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SEMINE: CRESCONO I FRUMENTI, GIÙ' MAIS E SOIA

15/2/2016

 
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Più ettari a cereali, ma non a mais, con incrementi soprattutto per orzo e frumento. In un’annata, il 2016, che segna invece una contrazione per le coltivazioni industriali, compensata da una crescita a doppia cifra delle ortive.
È quanto emerge dall'indagine sulle intenzioni di semina 2016 condotta, su base campionaria, dall’Istat allo scopo di fornire una stima preliminare delle superfici investite a seminativi in Italia.
Contrariamente agli sviluppi del 2015 la dinamica generale restituisce, nei conteggi dell’Istituto nazionale di statistica, una crescita sia pure modesta, quantificata nell’1,7% anno su anno.
​Dalle dichiarazioni degli agricoltori emergono, in particolare, avanzamenti sia per il frumento tenero sia per il grano duro, con incrementi rispettivamente del 5,6% e del 6,2%. Segno più anche per l’orzo che guadagna, sempre in termini di superfici, quasi 7 punti percentuali su base annua.
Ancora più significativi gli sviluppi per l’avena (+11,2%), mentre sembra prevalere un’ulteriore tendenza al disinvestimento per il granoturco, con le semine 2016 che nelle proiezioni dell’Istat subirebbero una riduzione del 3,9%, dopo il brusco dietro front già registrato la scorsa campagna. 

​Non è chiaro quanto possa avere influito sull'ulteriore retromarcia del mais, pronosticata sulla base delle dichiarazioni degli agricoltori ma tutta da confermare in primavera, l’andamento negativo dei prezzi, fenomeno che quest’anno ha assunto connotazioni più marcate per i frumenti, che al contrario avrebbero invece guadagnato in ettari circa 6 punti percentuali. A influenzare le semine sono però anche i timori di un’annata siccitosa, data la prolungata assenza di precipitazioni, con ricadute che sarebbero sicuramente più gravi per le coltivazioni di granoturco.
​L’altro aspetto da rilevare è che le incertezze che gravano anche quest’anno sul comparto risicolo, in particolare la querelle con Bruxelles sulle importazioni a dazio 0 dai Pma (Paesi meno avanzati) in ulteriore crescita, non andrebbero a interferire sulle scelte dei produttori, che addirittura confermerebbero quest’anno il trend in ascesa delle semine, con un +2,7%. Le scelte varietali continueranno, probabilmente, a penalizzare gli indica. Ma il buon andamento del mercato avrebbe la meglio sul resto delle cultivar (japonica in particolare), portando ancora in su la curva delle superfici a risone. L’altro elemento un po’ inatteso è il ritorno in negativo della soia dopo due anni di forti progressi.
Nulla di eclatante, con un 3,2% di riduzione preventivato dall'Istat che andrebbe più che altro a stabilizzare una situazione comunque condizionata dall'evoluzione negativa dei prezzi internazionali. L’indagine sulle intenzioni di semina sembra inoltre confermare una flessione delle superfici a girasole, ma questa decisamente più accentuata rispetto alla soia, con un –10,7%. Colza, ravizzone e tabacco, contrariamente agli sviluppi 2015, potranno invece beneficare di recuperi di superficie.
Anche se il dato complessivo per le colture industriali preannuncia un calo del 4,6%, bilanciato da un 3,8% di crescita dei cereali. Per le foraggere temporanee – rileva l’Istat – a fronte di una crescita delle superfici investite a mais da foraggio (+2,6%), le intenzioni dichiarate dagli agricoltori indicano una flessione di quelle destinate alle restanti coltivazioni (–2,3%). 

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