
Unitamente a questa lettera mando una fotografia per dare modo ai miei colleghi agricoltori di riflettere su alcune cose. In questa foto sono riprese due piante di mais seminate in due appezzamenti contigui, identici per tessitura e composizione.
Le differenze sono nella tecnica di coltivazione.
La pianta C è stata coltivata con tecniche tradizionali, quindi: aratura, ripuntatura, estirpatura, vibrocoltivatore, preparatore a denti elastici (2 volte), fertilizzazione con concime di fondo 15- 15-15 2,5 q/ha e precessione colturale di mais ceroso.

Differenza sostanziale, quindi, tra queste due piante sembra sia lo spargimento del digestato, avvenuto con un metodo e in un periodo non consoni alla direttiva nitrati. Ora io chiedo, e chiedo ai miei colleghi agricoltori: ho sbagliato io, oppure è sbagliata la legge?
Se la mia colpa è fare del bel mais allora sono colpevole. Un’altra considerazione mi sorge spontanea: l’uso per 4 anni del digestato ha consentito di modificare le operazioni di preparazione con notevole risparmio di lavorazioni e di mezzi tecnici. Ma allora e più «ecologica» la pianta D o la pianta C? Questa domanda serebbe utile farla a chi sta seduto in qualche ufficio e scrive delle leggi che non hanno nulla a che fare con l’agronomia, ma che condizionano ogni giorno le scelte colturali di noi agricoltori.
Lettera firmata