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IL FUTURO DEL FRUMENTO TRA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA E AMBIENTALE

12/3/2015

 
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Il futuro del frumento italiano sarà all'insegna della sostenibilità e dell’aggregazione, passaggi obbligati per continuare a fare reddito con questa coltura in uno scenario che chiede attenzione all'ambiente ma che vede sempre più forte la volatilità dei mercati.
Questo in estrema sintesi quanto emerso dal convegno «Il futuro del frumento tra sostenibilità economica e ambientale» organizzato dall'Op Italia Cereali e L’Informatore Agrario lo scorso 6 marzo a Cremona.
Ad aprire i lavori è stato Giuseppe Tommaso Lanzoni, presidente OP Nazionale Italia Cereali, che ha ricordato come l’op Italia Cereali sia una struttura innovativa «che raduna sotto lo stesso tetto i produttori agricoli, le cooperative, le imprese commerciali e sementiere. Grazie ai rapporti contrattuali con le industrie, vogliamo massimizzare il reddito degli agricoltori e garantire la redditività delle strutture di servizio. Siamo inoltre convinti – ha aggiunto Lanzoni - che lo strumento “OP” (organizzazione di produttori) sarà la chiave di volta per il futuro della cerealicoltura italiana, anche in vista dell’applicazione della nuova pac e dello Sviluppo Rurale 2014-2020».
Ermanno Comegna, esperto in materia di pac e collaboratore de L’Informatore Agrario, ha fatto il punto sulle opportunità offerte dalla nuova pac per la coltivazioni dei cereali a paglia al Nord Italia, sottolineando come la riforma della pac in modifichi il regime dei pagamenti diretti e comporterà una diversa distribuzione degli aiuti tra settori, agricoltori e territori. 

A seconda dell’ordinamento produttivo e della struttura aziendale, si potranno avere situazioni di stabilità, aumento o diminuzione dei contributi percepiti
A queste problematiche ha risposto Herbert Lavorano, responsabile commerciale della op Italia Cereali e collaboratore de L’Informatore Agrario: «per tutelare il nostro reddito possiamo agire sulle seguenti leve: produttività e redditività colturale (nei limiti del possibile); qualità, offrendo al mercato materie prime adatte ad ottenere semilavorati e prodotti a maggior valore aggiunto, e chiedendo in cambio ai compratori un premio per le loro caratteristiche; riduzione del rischio, stipulando contratti con modalità di determinazione del prezzo (media lunga, prezzi chiusi) che ci mettono al riparo da eccessive oscillazioni del prezzo». Per far ciò, ha aggiunto Lavorano, «abbiamo a disposizione i contratti di filiera da stipulare con i clienti prima di mettere in moto il processo produttivo, in modo da controllare la tecnica colturale (e i relativi costi) in funzione del risultato atteso. Bisogna però superare alcuni ostacoli: i costi di transazione per la contrattazione e l’operatività dei futures sono molto elevati per il singolo operatore». 
Per questa ragione la via maestra è quella dell’aggregazione (ad es. sotto forma di op), che abbassa notevolmente questi costi e rende fruibili i servizi ai singoli operatori.
Matteo Ruggeri, di Horta srl, ha evidenziato alcuni aspetti tecnici legati alla fertilizzazione del frumento, che deve orientarsi in un’ottica di sostenibilità sia ambientale, sia economica: «oggi si cercano varietà di frumento con la miglior nitrogen efficency (NUE), un indice caratteristico delle varietà. Esprime in kg di granella secca per kg di azoto disponibile la produttività dell’azoto disponibile per la pianta (naturale dal terreno + apportato con i fertilizzanti). Tutte queste informazioni – ha aggiunto Ruggeri - compresi gli indici singoli di asportazione, sono trasferite nei Supporti Decisionali di Horta (granoduro.net® e grano.net®) per mettere le singole accessioni genetiche in condizione di fornire risultati economici, tecnici e ambientali di tutto rispetto».
Michele Zerbini, di Barilla, ha sottolineato come lo studio LCA (life cycle assestment) «mostri che la coltivazione del frumento duro è una delle fasi più rilevanti sull’impatto ambientale del prodotto Pasta. Zerbini ha anche elencato gli obiettivi del progetto Barilla per la coltivazione del frumento duro, tra i quali l’analisi e la valutazione dei sistemi colturali normalmente utilizzati in Italia e l’identificazione di sistemi di coltivazione alternativi per una maggiore sostenibilità del frumento duro anche dal punto di vista sanitario e di qualità tecnologica e il trasferimento di conoscenze e tecnologia applicabile al settore agricolo.
Claudio Campagna, di Syngenta Italia, ha chiuso il convegno spiegando cosa significa «soluzione» per Syngenta: «è una combinazione unica di varietà, agrofarmaci, mezzi tecnici, agronomia ed assistenza tecnica che permette di ottenere una produzione agricola di qualità consentendo all'agricoltore un vantaggio economico. È anche necessaria una op - ha aggiunto - che individui canali di vendita delle produzioni e che operi per remunerarle adeguatamente, perché il punto di partenza è sempre la varietà, ma occorre abbinarla ad un adeguato protocollo di coltivazione e gestirla con un ammasso omogeneo».

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