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CEREALI 2017: BENE QUELLI A PAGLIA, PREOCCUPA IL MAIS

19/7/2017

 
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Nonostante una siccità invernale, primaverile ed estiva che ha martoriato i campi dell’intera Penisola, il 2017 è stato, alla resa dei conti, un anno tendenzialmente favorevole per i cereali in quasi tutti i principali areali. Quasi, appunto, perché in alcune province i raccolti sono stati molto scarsi in quantità e con qualche problema merceologico. Per avere i risultati quali-quantitativi precisi di questa campagna bisognerà aspettare ancora qualche mese, ma nel frattempo è già possibile avere un’idea della tendenza di massima. 
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Frumento tenero 
Dal punto di vista delle rese, per i frumenti teneri quest’annata è stata positiva per merito di due fattori: l’eccellente approfondimento delle radici unito a una pressione decisamente bassa delle principali malattie fungine hanno determinato risultati produttivi buoni e ottimi, ovviamente con alcuni distinguo. Negli areali più vocati del Nord Italia le rese hanno mediamente superato i 75 q/ha, con punte di 85-90 in alcune province emiliane.
​Buone le rese anche in Umbria (60-65 q/ha) e nella maggior parte del Lazio, sebbene molte aziende siano ancora in trebbiatura al momento. Il litorale toscano, al contrario, segnala rese decisamente inferiori (30-35 q/ha in media), salvo qualche eccezione nel Pisano e in provincia di Lucca. La qualità è altrettanto soddisfacente, di media ci si attende un mezzo punto percentuale di proteina superiore alla media e 1-2 punti di peso ettolitrico in più. 

Le varietà panificabili e panificabili superiori sono andate bene, ma dal punto di vista tecnologico va segnalato, in diverse zone, un calo anche consistente del W, il valore che identifica la forza del frumento. Le varietà tipiche di forza, in alcuni areali del Veneto, in provincia di Brescia e Mantova e soprattutto nei terreni pesanti non hanno infatti dato i risultati sperati. Al contrario, non è stato segnalato nessun grosso problema in questo senso dalle stesse varietà in Piemonte e nelle province di Bologna, Modena e Ferrara.
 
Frumento duro 
Come riportato nel dettaglio nell’articolo pubblicato a pag. 31 di questo numero, per i frumenti duri raccolti al Centro-Sud si osserva mediamente un calo della resa rispetto alla scorsa annata (34,2 q/ha nel 2017 contro i 39,6 del 2016), mentre il peso ettolitrico, con una media di oltre 83 kg/hL, è decisamente superiore. Il contenuto proteico medio si aggira attorno al 12%, ma i dati previsti dalle produzioni delle regioni centro-settentrionali alzeranno con tutta probabilità questa percentuale. 

Mais 
Le superfici a mais seminate quest’anno dovrebbero essere sostanzialmente stabili rispetto a quelle dello scorso anno, circa 940.000 ettari tra granella e insilato. La situazione in campo è molto diversificata, in alcune zone, soprattutto quelle irrigue a Nord del Po: il mais ha uno sviluppo tendenzialmente normale per quest’epoca, in altri areali invece si vedono appezzamenti decisamente bassi e stentati.
«È ancora presto – ci ha detto Marco Aurelio Pasti, ex presidente dell’Associazione italiana maiscoltori – per dare indicazioni concrete sulla contaminazione da aflatossine. Fino a qualche settimana fa la preoccupazione era effettivamente elevata, siamo arrivati a fine primavera con condizioni meteo simili a quelle della terribile annata 2012. L’andamento di queste ultime settimane e soprattutto di questi ultimi giorni – piogge in diverse aree di pianura e in montagna che hanno in parte reintegrato le riserve idriche e un calo delle temperature notturne – credo abbia ridimensionato l’allerta, ma la stagione non è ancora terminata e bisognerà seguire l’evolversi del meteo nelle prossime settimane».
Da adesso fino al periodo di raccolta è importante irrigare per evitare gli stress idrici. Inoltre, prima di raccogliere è consigliabile andare in campo e monitorare la coltura, sia visivamente, sia con i sistemi di analisi veloce per avere un’idea dello stato sanitario del mais. 

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