
Frumento tenero
Dal punto di vista delle rese, per i frumenti teneri quest’annata è stata positiva per merito di due fattori: l’eccellente approfondimento delle radici unito a una pressione decisamente bassa delle principali malattie fungine hanno determinato risultati produttivi buoni e ottimi, ovviamente con alcuni distinguo. Negli areali più vocati del Nord Italia le rese hanno mediamente superato i 75 q/ha, con punte di 85-90 in alcune province emiliane.
Buone le rese anche in Umbria (60-65 q/ha) e nella maggior parte del Lazio, sebbene molte aziende siano ancora in trebbiatura al momento. Il litorale toscano, al contrario, segnala rese decisamente inferiori (30-35 q/ha in media), salvo qualche eccezione nel Pisano e in provincia di Lucca. La qualità è altrettanto soddisfacente, di media ci si attende un mezzo punto percentuale di proteina superiore alla media e 1-2 punti di peso ettolitrico in più.
Frumento duro
Come riportato nel dettaglio nell’articolo pubblicato a pag. 31 di questo numero, per i frumenti duri raccolti al Centro-Sud si osserva mediamente un calo della resa rispetto alla scorsa annata (34,2 q/ha nel 2017 contro i 39,6 del 2016), mentre il peso ettolitrico, con una media di oltre 83 kg/hL, è decisamente superiore. Il contenuto proteico medio si aggira attorno al 12%, ma i dati previsti dalle produzioni delle regioni centro-settentrionali alzeranno con tutta probabilità questa percentuale.
Mais
Le superfici a mais seminate quest’anno dovrebbero essere sostanzialmente stabili rispetto a quelle dello scorso anno, circa 940.000 ettari tra granella e insilato. La situazione in campo è molto diversificata, in alcune zone, soprattutto quelle irrigue a Nord del Po: il mais ha uno sviluppo tendenzialmente normale per quest’epoca, in altri areali invece si vedono appezzamenti decisamente bassi e stentati.
«È ancora presto – ci ha detto Marco Aurelio Pasti, ex presidente dell’Associazione italiana maiscoltori – per dare indicazioni concrete sulla contaminazione da aflatossine. Fino a qualche settimana fa la preoccupazione era effettivamente elevata, siamo arrivati a fine primavera con condizioni meteo simili a quelle della terribile annata 2012. L’andamento di queste ultime settimane e soprattutto di questi ultimi giorni – piogge in diverse aree di pianura e in montagna che hanno in parte reintegrato le riserve idriche e un calo delle temperature notturne – credo abbia ridimensionato l’allerta, ma la stagione non è ancora terminata e bisognerà seguire l’evolversi del meteo nelle prossime settimane».
Da adesso fino al periodo di raccolta è importante irrigare per evitare gli stress idrici. Inoltre, prima di raccogliere è consigliabile andare in campo e monitorare la coltura, sia visivamente, sia con i sistemi di analisi veloce per avere un’idea dello stato sanitario del mais.