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Grano duro 2015: Rese medie ma qualità' soddisfacente

9/9/2015

 
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Le critiche dirette all’Istat da diverse parti (compreso L’Informatore Agrario) per il ritardo con il quale vengono esitati i dati produttivi italiani hanno spinto quest’anno l’Istituto ad anticiparne la pubblicazione già a fine agosto. 
Secondo l’Istat il nostro Paese avrebbe prodotto nel 2015 4,31 milioni di tonnellate a fronte di una superficie di 1,31 milioni di ettari. 
Come per le stime mondiali, anche qui ci sono diversi dubbi da chiarire. Innanzitutto il dato complessivo è in netto contrasto sia con le stime internazionali sia con le valutazioni fatte dagli operatori durante e subito dopo la raccolta. La campagna agraria 2014-2015 non è stata sicuramente caratterizzata da rese produttive superiori alla media, e l’aumento delle superfici in Nord Italia ha compensato solo in parte il calo produttivo del Sud (soprattutto della Sicilia). 

Per il Nord-Ovest la superficie è probabilmente sottostimata, anche se l’impatto sul risultato complessivo è limitato. 
Nel Nord-Est (e soprattutto per l’Emilia-Romagna) l’Istat ha stimato un incremento delle superfici addirittura del 60%, quando lo stesso Istituto nella sua indagine sulle intenzioni di semina aveva stimato un aumento di poco più del 15%. 


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Commodity agricole in calo per la crisi cinese

2/9/2015

 
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Il clima resta il principale fattore di condizionamento dei prezzi sui mercati agricoli, i cui andamenti sono normalmente il riflesso di azioni, anche di marca speculativa, dettate dai cambiamenti più o meno repentini del quadro meteo. 
Le condizioni non sono però sempre le stesse. 
Ci sono situazioni particolari, come quella attuale, in cui anche le materie prime alimentari, dal grano alla soia, dalle carni al latte in polvere, rispondono a stimoli non unicamente associati alla variabile climatica, riflettendo nella dinamica dei prezzi, come avviene per il resto delle commodity (metalli, energetici, chimici, ecc.), soprattutto le implicazioni del quadro economico mondiale. 

La lettura dei dati fondamentali, quelli che governano i movimenti dei prezzi sui mercati globali, aiuta a comprendere la situazione attuale. Soprattutto spiega perché, anche nel mese di agosto, nelle principali Borse merci mondiali è stato l’inchiostro rosso a colorare i listini di cereali e oleaginose, seppure in una fase di maggiore incertezza sugli sviluppi produttivi e di timori (e alcune conferme) di danni da siccità ai nuovi raccolti. 

Frumento, granoturco, soia e orzo hanno perso, chi più chi meno, diverse posizioni rispetto al mese di luglio. E questo in un contesto di tale depressione dei prezzi sui mercati internazionali da spingere il livello delle quotazioni delle principali commodity alimentari ai minimi assoluti dal settembre 2009, come segnalato dall’indice Fao di luglio (ultimo disponibile). 



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