Un’ottimale gestione del materiale vegetale presente in superficie richiede operazioni agronomiche mirate a sfruttare i benefici della presenza del residuo, ma allo stesso tempo atte ad agevolarne la decomposizione, favorendo il contatto del residuo con il terreno o la loro diretta miscelazione.
Requisiti gestionali e meccanici
L’agricoltore, in base alle tecniche colturali applicate a livello aziendale,
dispone oggi di diverse soluzioni operative per garantire una corretta
gestione del residuo. Tuttavia, dal punto di vista meccanico...
Requisiti gestionali e meccanici
L’agricoltore, in base alle tecniche colturali applicate a livello aziendale,
dispone oggi di diverse soluzioni operative per garantire una corretta
gestione del residuo. Tuttavia, dal punto di vista meccanico...

una corretta gestione del residuo colturale non è sempre di immediata applicazione.
Ipotizzando che le preliminari condizioni di un residuo colturale trinciato e
omogeneamente distribuito siano state garantite, spesso, il fattore limitante
deriva dal mancato rispetto delle condizioni operative, ma soprattutto
dalle non idonee peculiarità costruttive delle macchine operatrici potenzialmente
impiegabili.
Architettura, geometria e disposizione degli elementi rappresentano
quindi i primi aspetti da verificare. Per gestire anche elevati quantitativi di residuo colturale è necessario che l’attrezzatura disponga di una elevata luce libera al suolo e che gli elementi lavoranti, di idoneo dimensionamento, siano ben distanziati fra loro o addirittura disposti in più ranghi (da 2 a 4), in modo tale da evitare ingolfamenti e incrementi nello sforzo di trazione.
Oltre ai requisiti meccanico-costruttivi è importante garantire, dal punto di vista gestionale, un elevato grado di adattabilità sia alle diverse condizioni del terreno, talora assai diverse anche a livello intra-aziendale, sia al residuo colturale presente in superficie. Per questo motivo le soluzioni tecniche a oggi disponibili racchiudono in un unico telaio una combinazione di organi diversi ma allo stesso tempo sinergici tra loro, come dischi, ancore e rulli.
Ancore e dischi rappresentano, in soluzioni più o meno combinate, le
principali applicazioni per chi intende conciliare a livello aziendale una
gestione del residuo colturale con l’adozione di tecniche di lavorazione ridotta senza inversioni degli strati. Tutto questo, insieme a sistemi di regolazione che agiscono sui singoli utensili o ranghi, permette di adeguare la macchina alle condizioni di campo, migliorandone la versatilità operativa.
Ipotizzando che le preliminari condizioni di un residuo colturale trinciato e
omogeneamente distribuito siano state garantite, spesso, il fattore limitante
deriva dal mancato rispetto delle condizioni operative, ma soprattutto
dalle non idonee peculiarità costruttive delle macchine operatrici potenzialmente
impiegabili.
Architettura, geometria e disposizione degli elementi rappresentano
quindi i primi aspetti da verificare. Per gestire anche elevati quantitativi di residuo colturale è necessario che l’attrezzatura disponga di una elevata luce libera al suolo e che gli elementi lavoranti, di idoneo dimensionamento, siano ben distanziati fra loro o addirittura disposti in più ranghi (da 2 a 4), in modo tale da evitare ingolfamenti e incrementi nello sforzo di trazione.
Oltre ai requisiti meccanico-costruttivi è importante garantire, dal punto di vista gestionale, un elevato grado di adattabilità sia alle diverse condizioni del terreno, talora assai diverse anche a livello intra-aziendale, sia al residuo colturale presente in superficie. Per questo motivo le soluzioni tecniche a oggi disponibili racchiudono in un unico telaio una combinazione di organi diversi ma allo stesso tempo sinergici tra loro, come dischi, ancore e rulli.
Ancore e dischi rappresentano, in soluzioni più o meno combinate, le
principali applicazioni per chi intende conciliare a livello aziendale una
gestione del residuo colturale con l’adozione di tecniche di lavorazione ridotta senza inversioni degli strati. Tutto questo, insieme a sistemi di regolazione che agiscono sui singoli utensili o ranghi, permette di adeguare la macchina alle condizioni di campo, migliorandone la versatilità operativa.
Infine, come sopra anticipato, la gestione delle agrotecniche si deve basare
anche su un’attenta programmazione delle lavorazioni e delle epoche
d’intervento, il più possibile in sintonia con gli avvicendamenti colturali. Per
quanto concerne le epoche, a seconda delle condizioni di campo, può essere
utile differire la lavorazione rispetto alla raccolta per permettere una
parziale macerazione del residuo, o viceversa effettuare una lavorazione
poco dopo la raccolta con l’intento di favorire la decomposizione del residuo stesso.
Estratto da:
Lavorazioni, quando a decidere è il residuo colturale
di Andrea Pezzuolo
L'Informatore Agrario n° 25 pag. 36, 2014