Queste tipologie di prodotti sfruttano le capacità di alcuni microrganismi di solubilizzare parte del fosforo esistente nel suolo (ad esempio lo Pseudomonas putida) e la capacità di altri organismi di creare delle vere e proprie sinergie mutualistiche con le radici delle piante (funghi micorrizici). In quest’ultimo caso la pianta aumenta la capacità di assorbimento del fosforo grazie all’aumento della quantità di terreno esplorato dalle ife fungine che lo hanno colonizzato.
Solitamente questi prodotti sono impiegati
Solitamente questi prodotti sono impiegati
nella tecnica della concimazione starter, in modo da depositare il formulato a diretto contatto del seme e quindi immediatamente a disposizione delle radici.Ai fini dell’efficienza d’uso di un fertilizzante, è molto importante conoscere il suo comportamento una volta che ha raggiunto il terreno. Nel caso dei fertilizzanti fosfatici, come per tutti i fertilizzanti (azotati, potassici e di microelementi), il modo per migliorare l’efficienza d’uso è quello di rilasciare il fosforo durante il ciclo vegetativo, in base alle esigenze nutritive della coltura.
Questo principio ridurrebbe di molto le perdite e l’impatto ambientale dovuto
all’uso dei fertilizzanti in agricoltura. Il fosforo, date la sua bassa mobilità e solubilità, soprattutto per alcune colture estensive non irrigue (ad eccezione di colture specializzate irrigate con sistemi in cui è possibile eseguire
la fertirrigazione), non può essere distribuito in copertura.
Per tale ragione va distribuito prima della semina (concimazione di fondo) o
al momento della semina (concimazione starter). Altro aspetto importante da non sottovalutare è l’interramento, al fine di posizionarlo nella zona esplorata dalle radici e ridurre le perdite per ruscellamento ed erosione. La concimazione di fondo spesso viene eseguita molto tempo prima della semina o del trapianto, solitamente in autunno. Da un lato questo consente di pianificare l’operazione in un momento in cui il terreno è in tempera e non appena le condizioni di temperatura e stagionalità lo consentono; dall’altro, nel tempo intercorso tra la
distribuzione e la presenza delle radici delle piante sul terreno, il fosforo apportato con la concimazione può subire processi di immobilizzazione e quindi perdita di efficienza d’uso. Per evitare questo inconveniente è possibile sia utilizzare fertilizzanti a efficienza migliorata, sia adottare tecniche agronomiche appropriate (concimazione starter).
Come per l’azoto (vedi articolo pubblicato sul Supplemento a L’Informatore Agrario n. 15/2016 a pag. 17), è bene introdurre i concetti di:
● fosforo a lenta cessione (FLC);
● fosforo a rilascio controllato (FRC);
● formulati attivati con microrganismi;
Il fosforo a lento rilascio (FLR) è dato da tutte le forme organiche (ammendanti,
letami, ecc.) oltre che da tutti i fertilizzanti organo-minerali che sono
stati ottenuti creando un’intima reazione tra frazione minerale fosfatica
e le componenti organiche utilizzate per produrli (torba umifi cata, leonardite,
idrolizzati proteici, compost, letame, estratti di acidi umici e fulvici).
Questo principio ridurrebbe di molto le perdite e l’impatto ambientale dovuto
all’uso dei fertilizzanti in agricoltura. Il fosforo, date la sua bassa mobilità e solubilità, soprattutto per alcune colture estensive non irrigue (ad eccezione di colture specializzate irrigate con sistemi in cui è possibile eseguire
la fertirrigazione), non può essere distribuito in copertura.
Per tale ragione va distribuito prima della semina (concimazione di fondo) o
al momento della semina (concimazione starter). Altro aspetto importante da non sottovalutare è l’interramento, al fine di posizionarlo nella zona esplorata dalle radici e ridurre le perdite per ruscellamento ed erosione. La concimazione di fondo spesso viene eseguita molto tempo prima della semina o del trapianto, solitamente in autunno. Da un lato questo consente di pianificare l’operazione in un momento in cui il terreno è in tempera e non appena le condizioni di temperatura e stagionalità lo consentono; dall’altro, nel tempo intercorso tra la
distribuzione e la presenza delle radici delle piante sul terreno, il fosforo apportato con la concimazione può subire processi di immobilizzazione e quindi perdita di efficienza d’uso. Per evitare questo inconveniente è possibile sia utilizzare fertilizzanti a efficienza migliorata, sia adottare tecniche agronomiche appropriate (concimazione starter).
Come per l’azoto (vedi articolo pubblicato sul Supplemento a L’Informatore Agrario n. 15/2016 a pag. 17), è bene introdurre i concetti di:
● fosforo a lenta cessione (FLC);
● fosforo a rilascio controllato (FRC);
● formulati attivati con microrganismi;
Il fosforo a lento rilascio (FLR) è dato da tutte le forme organiche (ammendanti,
letami, ecc.) oltre che da tutti i fertilizzanti organo-minerali che sono
stati ottenuti creando un’intima reazione tra frazione minerale fosfatica
e le componenti organiche utilizzate per produrli (torba umifi cata, leonardite,
idrolizzati proteici, compost, letame, estratti di acidi umici e fulvici).
Queste reazioni portano a una protezione del fosforo in grado di garantire
un graduale rilascio, legato ai processi di mineralizzazione e rottura dei legami
creati tra le due matrici a opera dei microrganismi. Recentemente, l’impegno
dell’industria in Ricerca e Sviluppo ha consentito anche la registrazione
in ambito REACH (Registration evaluation authorization for chemicals)
di nuove molecole.Ciò testimonia l’attenzione del settore dei fertilizzanti verso prodotti innovativi e performanti.
Il fosforo a rilascio controllato (FRC) è dato invece da tutti quei prodotti o formulati che hanno subìto un processo di ricopertura con materiali (polimeri sintetici o organici) in grado di contenere gli elementi nutritivi al suo interno e rilasciarli gradualmente nel tempo. Alcuni formulati sono ottenuti con l’impiego di polimeri organici (poliacrilati e polisaccaridi) capaci di idratarsi fortemente (con aumento di volume fino a 200-300 volte), trattenere acqua e fosforo (sottraendolo ai processi di immobilizzazione) e rilasciarli gradualmente
nel tempo.
Altra tipologia di prodotti che negli ultimi tempi si sta affacciando sul mercato riguarda i fertilizzanti attivati con microrganismi (funghi o batteri).
Estratto da
"Fosforo: strategico per produttività e reddito"
di Giuseppe Ciuffreda
L'Informatore Agrario n° 27/2016
un graduale rilascio, legato ai processi di mineralizzazione e rottura dei legami
creati tra le due matrici a opera dei microrganismi. Recentemente, l’impegno
dell’industria in Ricerca e Sviluppo ha consentito anche la registrazione
in ambito REACH (Registration evaluation authorization for chemicals)
di nuove molecole.Ciò testimonia l’attenzione del settore dei fertilizzanti verso prodotti innovativi e performanti.
Il fosforo a rilascio controllato (FRC) è dato invece da tutti quei prodotti o formulati che hanno subìto un processo di ricopertura con materiali (polimeri sintetici o organici) in grado di contenere gli elementi nutritivi al suo interno e rilasciarli gradualmente nel tempo. Alcuni formulati sono ottenuti con l’impiego di polimeri organici (poliacrilati e polisaccaridi) capaci di idratarsi fortemente (con aumento di volume fino a 200-300 volte), trattenere acqua e fosforo (sottraendolo ai processi di immobilizzazione) e rilasciarli gradualmente
nel tempo.
Altra tipologia di prodotti che negli ultimi tempi si sta affacciando sul mercato riguarda i fertilizzanti attivati con microrganismi (funghi o batteri).
Estratto da
"Fosforo: strategico per produttività e reddito"
di Giuseppe Ciuffreda
L'Informatore Agrario n° 27/2016