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[1/2] FOSFORO: STRATEGICO PER PRODUTTIVITÀ E REDDITO - IL FOSFORO NEL SUOLO E LA PRODUTTIVITÀ

8/9/2016

1 Commento

 
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​ll fosforo nel terreno è presente in due frazioni principali: organica (FO)
e minerale (FM). La FO rappresenta il 30-65% del totale e l’acido fitico di solito è la sua componente più importante. La FM invece è rappresentata da ben 170 diverse forme chimiche di fosforo e può variare dal 35 al 70%.

La flora microbica del terreno è il fulcro che determina...

il passaggio tra le due frazioni è responsabile anche di parte dei processi di solubilizzazione e immobilizzazione a carico di questo elemento. L’assorbimento del fosforo è una bella sfida per le piante, poiché la concentrazione di questo minerale nella soluzione circolante del suolo è bassa, mentre le esigenze nutritive sono elevate (per una coltura arborea nell’ordine di frazioni di kg/t di frutta prodotta; dai 20 fi no ai 100 kg/ha perle colture erbacee).

La forma di fosforo più facilmente accessibile dalle piante è la FM (H2PO4-
 e HPO42-) la cui concentrazione nella soluzione circolante raramente supera
i 0,32 mg/L. Il fosforo è un macronutriente, ma nel terreno si comporta come un micronutriente. Gli elementi nutritivi solubili, come il potassio e l’azoto, si muovono nel suolo secondo il principio del flusso di massa e della diffusione, il fosforo invece si muove principalmente per diffusione.

Poiché il tasso di diffusione del fosforo è lento (da 10-12 a 10-15 m2/sec), assorbimenti elevati di fosforo da parte delle piante possono creare una zona
intorno alla radice (rizosfera) povera di fosforo e provocare fenomeni di carenza,
nonostante il contenuto dell’elemento nel suolo sia elevato. Solo pochi
terreni non fertilizzati rilasciano fosforo abbastanza velocemente per supportare gli elevati tassi di crescita delle colture.

Per tale ragione, in molti sistemi agricoli l’applicazione di fosforo al
suolo è necessaria per garantirne la produttività: nel terreno più dell’80%
del fosforo viene immobilizzato a causa della precipitazione (formazione di
composti insolubili) o della conversione in forma organica e non è disponibile
per le piante.

Lo sviluppo vegetativo di un pianta dipenderà dalla capacità del suolo
di rigenerare e arricchire, con fosforo solubile, la soluzione circolante della

rizosfera. Per soddisfare la richiesta nutritiva di una pianta il fosforo solubile nella
rizosfera dovrebbe essere ricaricato dalle 20 alle 50 volte a giorno.
La velocità di ricarica è legata al pH,al contenuto di fosforo, al suo grado di
fissazione e posizionamento nel suolo durante la concimazione.
La disponibilità di fosforo nel terreno è strettamente legata al pH.
Il grafico 1 riporta la disponibilità del fosforo in funzione del pH.

Nel range 5,5-7,0 la disponibilità per le piante è massima, al contrario in
terreni acidi la disponibilità è minima a causa della fissazione/precipitazione
con ioni di alluminio e ferro.

Fosforo e produttività
​
La quantità di fosforo asportato dalle piante lungo il ciclo vegetativo varia
a seconda della disponibilità e in funzione della coltura
. Quanto contribuisce la concimazione alla produttività di una coltura? La risposta non è facile perché dipende dalla fertilità di partenza del terreno, dal periodo di tempo preso in considerazione, oltre che da altri fattori quali disponibilità idrica, presenza di fitopatie, genetica, ecc.
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Differenti fonti bibliografi che attribuiscono alla concimazione un contribuito
alla produzione variabile dal 40 al 60%. Sperimentazioni sulla concimazione
di lungo periodo sul mais irriguo, eseguite negli Stati Uniti, hanno evidenziato una contributo sinergico della concimazione combinata di azoto e fosforo pari al 60%, mentre la sola concimazione fosfatica ha contribuito per il 27%.

Prove di concimazione su frumento tenero, eseguite in Inghilterra per un periodo di 25 anni consecutivi senza aggiunta di fertilizzanti fosfatici, hanno dimostrato una riduzione delle produzione superiore al 40%. Se da una lato la risposta alla concimazione fosfatica è ben dimostrata sul lungo periodo, è altrettanto controversa e limitata invece la risposta quando le sperimentazioni sono eseguite nel breve periodo. In questi casi, infatti, il fattore principale che influenza i risultati è il contenuto di fosforo nel suolo.

A tale riguardo è bene ricordare quali sono i limiti e i valori a cui far riferimento
quando si esegue un’analisi del terreno. In linea di principio è possibile fare una valutazione sul comportamento da adottare per la gestione razionale della concimazione fosfatica in funzione della coltura e della dotazione del terreno. Quando il contenuto di fosforo assimilabile nel terreno è adeguato (dotazione media) la risposta a una concimazione fosfatica è minima. Al contrario, nel caso in cui la dotazione di fosforo nel suolo sia al di sotto dei valori critici (basso o molto basso), la risposta alla concimazione fosfatica è alta ed evidente.

Nei terreni con valori ottimali o nel range di mantenimento, è consigliabile
restituire al suolo la quota di elemento asportata annualmente a seguito
della raccolta dei prodotti (granella, fieno, frutta, paglie, trinciati da

foraggio, ecc.). Questo consente di mantenere la fertilità del suolo a livello ottimale in modo da garantire elevati livelli produttivi nel tempo.

Nel prossimo post:
  • ​Fertilizzanti fosfatici a efficienza migliorata
​
Estratto da
"Fosforo: strategico per produttività e reddito"
di Giuseppe Ciuffreda
L'Informatore Agrario n° 27/2016
1 Commento
giovanni
15/9/2016 12:58:20 pm

Volevo sapere quale migliore concimazione per agrumi

Risposta



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