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Fertilizzazione azotata: primo fattore per resa e qualità

31/8/2017

 
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È molto spesso evidenziato che la redditività di commodities come i cereali autunno-vernini dipende dagli andamenti dei prezzi internazionali, ma non dimentichiamo che è anche e soprattutto legata alla produttività della coltura e all'applicazione efficiente dei fattori produttivi. 
Su questo fronte gli agricoltori possono intervenire attivamente, con l’obiettivo di massimizzare le rese attraverso l’adozione dei percorsi agronomici più idonei nei diversi ambienti colturali.
Molti interventi agronomici, infatti, possono avere un impatto sostanziale: in particolare risultano molto negativi per la densità colturale il ritardo della semina, il compattamento del terreno e le lavorazioni semplificate, che contribuiscono a rallentare il riscaldamento primaverile del terreno, e le carenze di azoto per interventi di concimazione limitati o troppo tardivi rispetto alla esigenze colturali in queste fasi. 
La concimazione azotata tra i fattori produttivi è quello che più influenza la produzione sia in termini quantitativi sia in termini qualitativi.
L’attenzione a limitare il compattamento del terreno e l’applicazione delle agrotecniche che migliorano la struttura del suolo, quali le lavorazioni e gli apporti di sostanza organica con i residui colturali e gli interventi di fertilizzazione, possono mitigare le problematiche derivanti dalla natura dei suoli in interazione con gli andamenti meteorologici. 

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In condizioni limitanti, connesse alla fertilità del terreno o derivanti da semine tardive o con basse dosi di seme, alcuni interventi per favorire l’emergenza e l’accestimento tempestivo della coltura sono la distribuzione di concimi azoto-fosfatici alla semina o anticipata all’autunno-inverno allo stadio di 1-2 foglie, l’impiego di concia al seme per la difesa da avversità biotiche o con microelementi e biostimolanti con effetto «starter». 
È bene ricordare che l’accestimento autunnale ha un valore superiore rispetto a quello tardivo in primavera, in quanto limita la presenza di spighe di piccole dimensioni dalla maturazione più tardiva, se non di accestimenti sterili, che risultano essere meno produttive e rendono meno efficiente la gestione delle pratiche agronomiche successive, quali le concimazioni e gli interventi di difesa, con una conseguente possibile riduzione anche della qualità tecnologica e sanitaria. 
La concimazione azotata alla ripresa vegetativa della coltura risulta essere la pratica più frequentemente applicata dagli agricoltori per modulare l’accestimento in funzione delle condizioni con cui si presenta la coltura all'uscita dell’inverno. La concimazione azotata eseguita alla ripresa vegetativa a fine inverno svolge un chiaro effetto di stimolo dell’accestimento, permettendo un eventuale recupero della densità colturale in caso di condizioni poco favorevoli tra la semina e la fine dell’inverno.

In tabella A è riportato l’effetto di dosi di concimazione azotata alla ripresa vegetativa su frumento e orzo sulla densità colturale e sulla produzione di granella. Come atteso l’aumento della dose di azoto determina un chiaro aumento produttivo, che risulta in gran parte spiegato dall'effetto positivo e significativo della concimazione sulla quantità di spighe/m².  


Tratto dal'articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2016
Potenziare la densità colturale con i giusti percorsi agronomici
di M. Blandino, A. Reyneri e L. Minelli


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