
I concimi «non a pronto effetto» sono caratterizzati da un rilascio modulato nel tempo degli elementi nutritivi in essi contenuti. Solitamente vengono classifi cati in funzione del meccanismo che regola il rilascio dell’elemento fertilizzante. I meccanismi che portano al lento rilascio dell’elemento fertilizzante si differenziano in funzione della tipologia di fertilizzante. L’uso dei concimi a lento rilascio assicura diversi vantaggi:
- maggiore efficienza d’uso del concime: la disponibilità nel tempo dell’azoto ne ottimizza l’assorbimento e l’utilizzo da parte delle piante;
- possibilità di ridurre il numero di interventi in campo;
- minori rischi di fi totossicità per via di una cessione graduale dell’azoto;
- disponibilità dell’elemento nel lungo periodo;
- minori rischi di perdite di azoto per lisciviazione o volatilizzazione.
Nell’articolo scaricabile al link sottostante riportiamo i risultati di una sperimentazione mirata a migliorare l’efficienza della concimazione azotata su un frumento tenero di forza (varietà Bologna) attraverso l’impiego di concimi non a pronto effetto.
Nel biennio sperimentale 2014-2015 l’impiego di fertilizzanti azotati non a pronto effetto distribuiti in fase di inizio accestimento ha consentito di ottenere, fatta eccezione per le tesi 6 e 7, rese non inferiori a quelle conseguite con fertilizzanti convenzionali frazionati nelle fasi di «spiga 1 cm» e levata (tesi 2).
Nelle linee di fertilizzazione azotata con concimi non a pronto effetto è stato comunque mantenuto l’apporto azotato in botticella con nitrato ammonico per il miglioramento del titolo proteico della granella.
Inoltre, con l’eccezione della tesi 2, nel 2014 la riduzione della dose di azoto ha sempre comportato una riduzione del contenuto proteico della granella che, seppur limitata, è risultato sempre statisticamente significativa.
Nel biennio sperimentale 2014-2015 l’impiego di fertilizzanti azotati non a pronto effetto distribuiti in fase di inizio accestimento ha consentito di ottenere, fatta eccezione per le tesi 6 e 7, rese non inferiori a quelle conseguite con fertilizzanti convenzionali frazionati nelle fasi di «spiga 1 cm» e levata (tesi 2).
Nelle linee di fertilizzazione azotata con concimi non a pronto effetto è stato comunque mantenuto l’apporto azotato in botticella con nitrato ammonico per il miglioramento del titolo proteico della granella.
Inoltre, con l’eccezione della tesi 2, nel 2014 la riduzione della dose di azoto ha sempre comportato una riduzione del contenuto proteico della granella che, seppur limitata, è risultato sempre statisticamente significativa.
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