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fare Agricoltura conservativa con tecniche sostenibili

19/9/2016

 
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Venti aziende agricole dimostrative con diversi ordinamenti colturali sparse nell'intera Pianura Padana sono state coinvolte in Life HelpSoil, un progetto quadriennale che si propone di attuare, monitorare e promuovere tecniche di agricoltura conservativa abbinate a pratiche innovative di gestione dei terreni agricoli.
I principali sistemi colturali delle aziende monitorate sono costituiti da cereali autunno-vernini, in particolare frumento e orzo, erba medica, colture estive come mais (da granella e trinciato), soia e sorgo. La rotazione colturale principale nei tre cicli annuali consiste nell’avvicendamento tra mais, frumento e soia. In un’azienda dimostrativa è coltivato il riso.
Nei siti studio a gestione conservativa sono state seminate colture di copertura autunno-vernine costituite da un miscuglio di specie diverse (loiessa, rafano, segale, veccia, triticale, avena, ecc.). 
Le pratiche di agricoltura conservativa sono costituite principalmente da: semina su sodo, minima lavorazione e strip tillage, unitamente a una maggiore ricorso alla rotazione delle colture e alla copertura permanente del suolo, realizzata con colture di copertura o con i residui della coltura precedente.
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Sulla base dei risultati dei primi due anni di prove, con le tecniche conservative innovative sono state ottenute rese analoghe a quelle usualmente ottenute con lavorazioni tradizionali, in qualche caso anche superiori, in particolare laddove da più anni è stata adottata la semina su sodo con il ricorso a cover crop.
Durante il primo anno di attività si è registrata una diminuzione dei consumi di gasolio agricolo intorno al 50% nella gestione ad agricoltura conservativa rispetto alle pratiche convenzionali adottate in azienda.
I primi dati sembrano inoltre mostrare una maggiore incorporazione di carbonio organico nei primi 30 cm di suolo, superiore a quello dei suoli lavorati tradizionalmente, a conferma che nel tempo, superato il periodo di transizione, le tecniche conservative sono in grado di migliorare la funzionalità dei suoli. 
Infine, i risultati ottenuti nella prima campagna di monitoraggio indicano che sia gli anellidi sia i microartropodi sono risultati essere più numerosi nei terreni gestiti con tecniche conservative rispetto a quelli lavorati tradizionalmente, e questo garantisce una maggiore fertilità del terreno.

Articolo completo pubblicato su L'Informatore Agrario n. 34-2016
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