Per ottenere reddito dalla soia in secondo raccolto è però essenziale mettere in atto una serie di accorgimenti per il controllo dei costi e per raggiungere delle rese soddisfacenti.
Sul lato della tecnica colturale gli elementi chiave sono:
- tempestività nelle semine, ossia anticipare prima possibile (es. prima metà di giugno);
- conservazione dell’umidità nel terreno;
- favorire l’emergenza delle piante ed evitare la competizione delle malerbe;
- evitare un eccessivo allungamento del ciclo produttivo e quindi eventuali difficoltà di raccolta.
Sulle base di queste considerazioni si possono valutare due ipotesi di tecnica colturale: la prima, indicata con A, più costosa in quanto per le operazioni di semina, di irrigazione e di raccolta si ricorre al contoterzista; e una seconda, detta B, più aziendale, dove l’irrigazione viene effettuata con mezzi propri. In quest’ultimo caso rientrano le aziende agricole dotate di rotolone, con ammortamento poco rilevante o caricato sulle colture principali, il cui costo, comprensivo delle spese di gasolio e di movimentazione dell’impianto, è più che dimezzato rispetto alle tariffe del contoterzista.
Nel calcolo dei costi di produzione è stato seguito un criterio prudenziale e, nello specifico, si sono ipotizzati la semina su sodo e almeno tre interventi irrigui per entrambe le tecniche, che innalzano i costi specifici a 850 e 670 euro/ha.
Analisi del punto di pareggio
L’analisi del punto di pareggio consente di evidenziare l’effetto della resa e della tecnica colturale sulla convenienza economica della soia intercalare (grafico 2).
D’altra parte se il prezzo di mercato dovesse calare a 400 euro/t, (-11 euro/t rispetto alle quotazioni attuali) le rese che assicurano un pareggio tra ricavi e costi salgono a 21 e 17 q/ha rispettivamente per la prima e seconda tecnica.
Rimanendo su un’ipotesi ottimistica di prezzo (460 euro/t) e considerando una resa attorno a 28 q/ha, il reddito lordo per ettaro si aggira per la tecnica A sui 430 euro/ha e per la tecnica B sui 600 euro/ha.
Va sottolineato che queste considerazioni si basano su delle simulazioni, mentre i risultati reali dipendono da una serie di fattori (condizioni pedoclimatiche, tecnica agronomica, ecc.) che possono variare in modo significativo tra le aziende agricole, non ultimo la disponibilità e l’efficienza dell’impianto di irrigazione. Non vanno peraltro trascurate considerazioni legate all’effettivo contributo di questa coltura alla redditività delle imprese agricole, che comincia a diventare significativo su superfici ampie ovvero su aziende dove la disponibilità di un efficiente sistema irriguo, rotoloni di nuova generazione o sistemi tipo «rainger», consentono di comprimere i costi colturali.
Tratto da «Soia di II raccolto, quanto conviene» di Luca Rossetto (Università degli Studi di Padova) pubblicato su L’Informatore Agrario n. 17/2014